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Gli imprenditori del Centro Tessile Milano uniti nel proporre interventi per salvare il settore moda

Nato nel 1984, il Centro Tessile Milano è una realtà pressoché unica nel panorama italiano della distribuzione di moda all’ingrosso. Il suo grande patrimonio di conoscenze, accumulato in tanti anni di successi, si dimostra fondamentale per essere sempre all’avanguardia nella capacità di offrire il meglio delle tendenze, restando al tempo stesso competitivi sotto tutti i fronti: qualità, servizio e innovazione sono davvero i suoi punti di forza.

La sua espansione si è realizzata attraverso una progressiva e continua evoluzione che l’ha visto crescere durante lo sviluppo economico degli anni Ottanta, il momento d’oro del mercato dell’abbigliamento in cui il prêt-à-porter made in Italy si affermava nel mondo come fenomeno di eleganza e di stile. I fondatori del consorzio hanno avuto allora l’intuizione di creare una realtà commerciale che ha dimostrato la sua validità nel lungo periodo: oggi sono 190 i consorziati, suddivisi in 20 padiglioni e distribuiti su una superficie di 140 mila metri quadrati, con ben 2 chilometri quadrati di vetrine, a Cernusco sul Naviglio, vicino a Milano, la capitale della moda.

L’emergenza sanitaria da epidemia Covid 19 ha generato uno stato di crisi coinvolgendo numerosi aspetti dell’economia italiana. Uno dei settori maggiormente colpiti, vanto dell’Italia, è quello dell’industria tessile, dell’abbigliamento e della distribuzione.

A seguito del decreto ministeriale è stata imposta la chiusura alle aziende non produttrici di “beni di prima necessità” comportando la sospensione dell’attività di produzione e mettendo così in stand-by lavorazioni e consegne. L’industria della moda è una delle voci principali del comparto produttivo italiano.

Unendo tessile, manifattura e distribuzione è in grado di produrre oltre 90 miliardi di euro di fatturato, con un potere occupazionale di più di 620 mila addetti e una capacità di esportazione che nel 2019 ha visto un aumento del 6,2% pari al 71,5 miliardi di euro. (cit. Il Sole 24 Ore).

Analizzando lo scenario apocalittico Il Centro Tessile Milano rivendica attenzione al settore Tessile-abbigliamento a partire da una moratoria fiscale più ampia, in grado di aiutare aziende e lavoratori tramite un’eventuale sospensione del pagamento delle tasse, degli acconti Iva e delle rate dei mutui da subito, prima ancora degli investimenti necessari per far rimettere in moto l’economia con l’obiettivo di ristabilire la normalità prima possibile. A ciò si aggiunge l’estensione della Cassa Integrazione alle aziende di qualsiasi dimensione.

Il CTM richiede, inoltre l’inserimento del Settore Moda nel decreto “Cura Italia” equiparando la filiera del fashion a quelle delle filiere già inserite. Pagamenti garantiti per tutti i passaggi produttivi per escludere blocchi di liquidità e conseguenti fallimenti, estensione ai centri all’ingrosso e outlet del credito d’imposta pari al 60% dell’affitto, non limitato solo ai negozi di categoria C1.

Sospensione per l’anno in corso, di Imu e Tasi su capannoni depositi e negozi e conseguente valorizzazione delle aziende moda che hanno sede, produzione e distribuzione in Italia per agevolare il Made in italy.

Posticipare i saldi estivi a settembre per dare la possibilità al dettagliante, cliente del centro tessile, di sfruttare i mesi di luglio e agosto per una vendita full price che incida positivamente sul conto economico.

Si può interpretare il Centro Tessile Milano come un’unica piattaforma distributiva del prodotto Made in Italy fortemente specializzato nel settore moda.
Un pool di aziende in grado di fare squadra facendo cooperare molte realtà operanti in più ambiti, ma in grado di convivere e dialogare in modo coeso.